FM è un content creator, come lui preferisce definirsi, ma è soprattutto il papà artistico di FM – Visual Designer, una pagina Facebook, seguita da oltre 29.000 persone, dove si parla di creatività e dove vengono affrontate le gioie e i dolori del lavoro di un creativo.

FM abbiamo scoperto essere le iniziali del suo nome e cognome e rappresentano una delle poche informazioni concesse sulla sua vera identità.
Un voluto alone di mistero, capace quindi di aumentare la curiosità, intorno all’autore di post dove si mixano perfettamente il quotidiano, di chi lavora nel mondo della comunicazione, con una buona dose di creatività. Risultato: dei post geniali.

Incuriositi quindi dal misterioso soggetto abbiamo provato a richiedere un’intervista. FM ci ha subito risposto con entusiasmo e dopo 20 minuti di chiacchiere abbiamo scoperto un giovane uomo, determinato, spiritoso e con le idee chiare sul mondo del lavoro 2.0, che ha dato origini a nuove figure professionali. Un vero millennial che fa ben sperare in questa generazione digitale dove non mancano valori ed energie positive, tutto focalizzato verso un futuro che non sembra poi essere così male.

Quando hai capito di voler fare il creativo e come è nata la tua pagina Fb?

Partiamo dalle origini. Ho frequentato il liceo artistico e quindi sono sempre stato un grande appassionato di arte e, anche se la mia carriera universitaria ha preso una strada diversa, ho continuato ad esprimere la mia creatività nel tempo libero con piccoli lavori personali. Un giorno ho fatto vedere alcune bozze a delle mie compagne di facoltà e sono state proprio loro a suggerirmi di condividerli online. Trascinato dal loro entusiasmo ho aperto la pagina Facebook, dove ricevevo solo i loro like. Un inizio tutto sotto il segno del “gioco”. Il vero trampolino di lancio della pagina, e anche del mio futuro lavorativo, è stato grazie alla collaborazione con uno studio grafico di Roma dove ho sviluppato alcuni progetti di comunicazione come quello dei proverbi e dei cantanti brandizzati.

  

  

 Ricordi qual è stato il tuo primo disegno?

Bella domanda. A dire la verità quando ero piccolo coloravo i disegni che mi davano mio zio, un grafico pubblicitario, e mio padre, un insegnante, entrambi con la passione per la pittura. La prima cosa che ho disegnato però credo fossero degli edifici e delle case.

Passiamo ad un argomento scottante. Che male ti ha fatto il font comic sans?

Eh, questo non bisogna chiederlo solo a me ma anche a tutti i grafici pubblicitari. Il comic sans è un po’ come il lunedì mattina, e ovviamente questa avversione è più simile ad un odio sarcastico. La verità è che il comic sans è un font talmente abusato, messo ovunque e su ogni cosa, che per chi lavora nel settore è diventato un’ossessione. Era nato soprattutto per l’utilizzo nei fumetti e per progetti legati ai bambini poi, non si sa perché, è stato usato per tutto e su tutto.

  

 

Tu sai vero che questo articolo lo scriverò in comic sans?

Ecco, appunto. Allora il commento dei grafici sarà; “Bello, ma il comic sans, no.”

Com’è la vita di un creativo?

E’ una vita un po’ particolare.
Essendo un freelance ovviamente posso gestire il mio tempo e decidere con chi lavorare. Di contro, se non ti dai da fare non arrivano i risultati e quindi neanche i clienti. Una cosa però che penso spesso è che da fuori il lavoro di un creativo è considerato come un “non lavoro”. Creare contenuti e fare community è qualcosa che ancora non ha trovato una sua vera collocazione nel mondo del lavoro di oggi. Forse a causa della presenza online di massa, questa attività è considerata alla portata di tutti. Di fatto non è per niente facile creare dei post, tutti i giorni e sempre con idee nuove. La cosa che mi affascina di questo lavoro infatti è la ricerca di una chiave di lettura diversa su ogni argomento che tratto. Poi la vita di un freelance, content creator, perché è questa la definizione giusta del mio lavoro, è una vita fatta di periodi pieni di creatività e altri dove ti sforzi per una settimana e le idee non arrivano. Bisogna accettarlo, fa parte del gioco.

Cosa non bisogna mai dire ad un creativo?

Che il suo non è un lavoro. E’ la cosa peggiore. Soprattutto perché spesso alle attività legate al creativo si associa la concezione “che tanto sono bravi tutti”. E’ demotivante e non considera tutto il lavoro e tutta la fatica che si nascondono dietro ad un progetto creativo e di comunicazione. Io credo che se una cosa richiede impegno, beh, è già un lavoro. Ti porto un esempio: l’influencer. Molti criticano questa nuova figura non capendo che questi personaggi sono riusciti a costruire qualcosa proprio lavorando. Poi ovviamente possono piacere o no.

Invece cosa bisogna dire ad un creativo per conquistarlo?

Ovviamente che sta lavorando bene. A parte tutto credo che apprezzare l’impegno e il lavoro che accompagna ogni singolo post o progetto sia la cosa più importante per chi fa questo mestiere. Anche se il lavoro non piace sentirsi dire che si apprezza l’impegno, beh, fa piacere.

Sveliamo un mistero. Cos’è un logo vettoriale? Terrore di ogni creativo/grafico e di ogni cliente.

Momento spoiler. Non ti nascondo che sto pensando ad una rubrica, un bignami sulla terminologia della grafica. Tornando al nostro logo vettoriale è un logo in formato illustrator; un software che viene utilizzato dai grafici per produrre elementi vettoriali. Infatti, vettoriale significa scalabile. Questo indica che posso ingrandire o rimpicciolire il logo senza perdere di qualità. Una volta ho letto una frase, che sinceramente avrei voluto scrivere io: “vorrei una vita vettoriale; diventare grande senza perdere di qualità”. Secondo me è qualcosa di geniale. Quindi messaggio di servizio: per la stampa di un file richiedere sempre un file vettoriale. Per una foto da pubblicare su facebook invece basta un semplice png; e con questo abbiamo svelato un altro mistero.

Un creativo usa la penna? In un mondo digitale, le idee si possono fissare ancora su carta?

Assolutamente, sì. È fondamentale usare penne, matite, fogli sparsi ovunque. È la base di partenza per ogni idea o progetto, poi ovviamente non è la regola assoluta. Usare una penna quando si parte da zero, o quando le idee sembrano non arrivare, è un ottimo metodo per lavorare. Dovremmo infatti avere un blocco e una penna in ogni angolo della casa.

Ultima domanda. Di quale logo vorresti essere stato il papà creativo?

Mi piacciamo molto i loghi con un significato nascosto, quindi banalmente, nella sua semplicità, il logo di Amazon è geniale. La freccia, che sembra il sorriso, che va dalla A alla Z del nome del brand credo sia uno dei loghi più belli, dal punto di vista grafico, e funzionale, dal punto di vista della comunicazione.

L’intervista si trasforma in una semplice chiacchierata dove scopriamo alcuni dettagli personali di FM-Visual Designer, che però abbiamo promesso di non rilevare. Quindi la registrazione di questa intervista è stata riposta in un piccolo scrigno di legno e consegnata direttamente a Willy l’Orbo. Per chi volesse scoprire questo tesoro, contatti direttamente i Gonnies.

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